SAP cloud: orientarsi tra le piattaforme

Il cloud oggi sta assumendo un ruolo sempre più centrale all’interno delle aziende. Fare riferimento al semplice concetto di archiviazione per riferirsi al cloud è, però, diventato estremamente riduttivo viste le innumerevoli possibilità che questo offre.

È ormai chiaro: il particolare periodo storico che stiamo vivendo sta condizionando molti aspetti della nostra vita, mutandoli. Ciò vale soprattutto in ambito aziendale: lavoro digitale, smart working, distanziamento sociale sono soltanto alcuni degli aspetti che hanno cambiato i contesti lavorativi e che hanno accentuato la necessità di utilizzare delle piattaforme cloud non più soltanto per l’archiviazione sicura di fati. La necessità di archiviazione si affianca ai numerosi vantaggi che il cloud porta ad un’azienda. Gli ambienti cloud sono, infatti, il modo più vantaggioso per dotare le applicazioni aziendali di maggiore flessibilità, scalabilità, tutela dei dati, sicurezza con un vero disaster recovery cross region e possibilità di accesso geografico su scala globale.

Ma quali sono le possibilità a disposizione degli ambienti SAP nel cloud? Cosa offrono le piattaforme e i grandi cloud provider per le aziende che utilizzano SAP ? Quali sono le funzionalità a disposizione?

 

Public e private cloud: quale scegliere e perché

Le possibilità di scelta del tipo di cloud da utilizzare nella propria azienda passano innanzitutto dalla modalità con cui si desidera “consumare” il servizio cloud, si parla in tal caso di deployment models. Ad oggi, nel mercato distinguiamo 3 deployment models con differenti livelli di controllo, flessibilità e gestione.

  • Public cloud: è per antonomasia il più libero e flessibile modello, quello che consente il pay per use e che offre una possibilità più libera di flessibilità e scalabilità della propria architettura. È anche il modello con le barriere all’ingresso più basse, quello che offre la possibilità di sperimentare senza vincoli essendo sempre consci che il tornare indietro è possibile “con un click”. Questo deployment model fornisce in modo “on demand” funzionalità di rete, computazione e spazi di archiviazione di dati. Esso garantisce elevatissimi livelli di sicurezza contro possibili attacchi informatici, affidabilità circa la disponibilità dei dati (arrivando a disponibilità di 11/ (99,999999999 %), nonché l’impronta globale del servizio che lo rende accessibile da qualsiasi luogo. È la soluzione che offre maggior flessibilità e controllo gestionale delle risorse IT. Ciò che consegue da queste caratteristiche è una generale semplificazione delle operation, che consente di dedicare lo staff ad attività differenti, più stimolanti e a maggior valore aggiunto. In questo modo, si procede ad una riallocazione delle risorse, economiche ed umane, in un’ottica di ottimizzazione del proprio business;

 

  • Private Cloud: il prefisso “Private” è generalmente legato alle risorse che costituiscono questo modello, che appunto sono “private”, cioè  messe a disposizione in cloud dall’azienda stessa oppure provider terzi che solitamente allocano tali risorse ed offrono anche servizi di gestione. Questo client deployment model, seppur meno flessibile del precedente (la modalità “pay per use” su risorse pre-allocate non è in generale consentita e tipicamente le architetture sono pre-disegnate) offre alcuni vantaggi tra cui sicuramente il miglior compromesso tra risorse già presenti on premise e la volontà di migrare progressivamente al cloud affidandosi ad un provider terzo, nonché i servizi a contorno che solitamente vengono offerti.

 

  • Hybrid Cloud: è per le aziende che esitano a fare un passaggio totale a un modello public utilizzando una combinazione di modelli public-private in cui una parte del cloud è “owned” e architetturalizzato dall’azienda stessa o dal provider prescelto. Il vantaggio di questo modello è che sfrutta entrambi i tipi di piattaforma cloud (distribuire i servizi tramite il public cloud, tenendo però le informazioni sensibili nel private cloud), il maggior limite di questo modello è che funziona in modo ottimale solo quando i carichi di lavoro possono spostarsi senza problemi tra il private cloud e il public cloud. Tipicamente questo modello viene confuso con la possibilità di avere una strategia cloud che include più cloud providers per esempio di tipo “public”, in realtà l’accezione più corretta per un simile scenario è “Multi-cloud”.

 

Le possibilità di SAP cloud

Il cloud, per le aziende che utilizzano SAP, rappresenta una tecnologia che permette di ospitare i propri landscape (o parte di essi) non più nei loro datacenter, ma esternamente in piattaforme cloud i cui deployment model possono essere quelli discussi in precedenza.

Le ragioni che più spesso CIO e CFO elencano per questa scelta sono le seguenti:

  • Cambiare il paradigma finanziario da CAPEX ad OPEX;
  • Più agilità con la possibilità di “disporre” i propri ambienti SAP più velocemente ed in modo più efficiente, consentendo una più rapida adozione delle innovazioni ad un costo inferiore;
  • La possibilità di un approccio Pay Per Use (PPU);
  • La possibilità (con il giusto partner) di abbassare il Total Cost of Ownership – ovvero il costo totale del possesso di una piattaforma.

Non ultima, inoltre, attiva la possibilità di avere una “Two-way door” che accelera l’innovazione per i clienti SAP, permettendo di sperimentare senza compromessi. Le decisioni che vengono prese possono essere infatti modificate in corso d’opera, con effort praticamente nullo grazie alle basse barriere di ingresso di un modello public ad esempio.

Nello specifico, le soluzioni per i clienti SAP sono differenti, sia in private che public cloud. Tra le soluzioni di private cloud, ad esempio, troviamo il cloud di Athenia. Si tratta di una soluzione che offre risorse allocate determinate e riservate, ovviamente in tal caso lato SAP il paradigma resta “a licenze” pur trasformando l’infrastruttura in un opex. È una soluzione adatta ad aziende che vogliono mantenere ancora “il più interna possibile” la gestione dei dati.

Tra le soluzioni di public cloud, troviamo la piattaforma IaaS di Amazon Web Services (AWS). Questa, nello specifico, presenta una serie di caratteristiche interessanti tra cui la possibilità del pay-per-use, che permette di pagare unicamente per le risorse effettivamente utilizzate. Inoltre, è una soluzione scalabile in modo elastico (cioè le risorse possono anche essere ridotte) e flessibilità. AWS garantisce altresì una livello di sicurezza del dato ed affidabilità dell’infrastruttura da leader di mercato nello IaaS (Gartner), nonché la possibilità di accedere ai dati in qualsiasi momento e luogo grazie ad un’impronta globale. Seppur allettante la possibilità di pay-per use e di trasformare l’infrastruttura in un opex il paradigma SAP, questa soluzione resta comunque “a licenze”.

Esiste, infine, la possibilità creata da SAP stessa che permette ai suoi clienti di usufruire di un servizio cloud innovativo: RISE With SAP. Si tratta de facto di una soluzione di private cloud (risorse allocate su servizi di grossi cloud providers) che però si contraddistingue dalle altre proposte “Private” oltre che per il servizio di gestione offerto direttamente da un’azienda solida come SAP, ma soprattutto per il paradigma di licensing SAP, che passa da un classico modello a canone ad un nuovo modello a subscription (FUEs – Full User Equivalent). Pertanto, non solo (come negli esempi precedenti) l’infrastruttura si trasforma in opex, con la soluzione RISE anche il modello di licensing SAP diventa un opex.

 

RISE WITH SAP

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