Transizione 4.0: le nuove Agevolazioni fiscali per Industria 4.0 nel 2021

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 varato dal Governo italiano per il biennio 2021 e 2022 nasce con lo scopo di aiutare e accompagnare le aziende nel percorso di transizione tecnologica favorendone il rilancio sul mercato nazionale e internazionale. Le nuove misure diventano strutturali, con un innalzamento delle aliquote di detrazione e una riduzione dei tempi di fruizione; l’investimento complessivo sarà di 24 miliardi di euro con misure che hanno iniziato il loro effetto lo scorso 16 novembre 2020 e proseguiranno fino a giugno 2023.

Per agevolare ulteriormente le imprese è stata infatti confermata la possibilità di effettuare nuovi contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31 dicembre 2022 (inclusi nell’elenco dell’allegato A del Piano Nazionale Industria 4.0). Sarà comunque possibile beneficiare del credito di imposta anche a fronte del solo pagamento di un anticipo del 20% sull’importo totale, a patto che la consegna dei beni avvenga entro i sei mesi successivi, quindi prima della scadenza del 30 giugno 2023.

Per i Responsabili di Produzione, il Piano Transizione 4.0 è una vera e propria opportunità per implementare le nuove soluzioni che la Quarta Rivoluzione Industriale mette al servizio delle aziende. Ne derivano particolari vantaggi i manager che desiderano investire nell’introduzione e nel rinnovamento di piattaforme cloud, nel paperless, ovvero nella digitalizzazione delle procedure di produzione, e nella formazione 4.0, mirata all’innovazione dei processi aziendali e delle relative tecnologie (per esempio, IA, IIoT, Big Data e Addictive Manufacturing).


Transizione 4.0: occorre abbattere i rischi

Il piano si rivolge logicamente a tutte quelle aziende che vogliano potenziare e rinnovare le proprie tecnologie al fine di migliorare le performance produttive, sfruttando quei sistemi in grado di gestire tutto il flusso della supply chain. Transizione 4.0 vuole quindi essere non solo uno stimolo di ripresa ma altresì abbattere o almeno ridurre sensibilmente il rischio di investimento per gli imprenditori italiani in questa difficile congiuntura economica.

Il beneficio per le aziende è chiaro. Si è passati da modelli di super ed iperammortamento introdotti negli anni scorsi a facilitazioni più immediate come il nuovo credito di imposta del 2020, per arrivare a un suo sensibile potenziamento nel 2021. Nel 2022, salvo ulteriori modifiche, è invece prevista una tendenza a decrescere del credito di imposta che tornerà ai valori del 2020.

Il piano del MISE spinge quindi le imprese a investire in sistemi e piattaforme innovative (hardware e software), tecnologie più sicure e green, processi di ricerca e sviluppo, attività di design e innovazione estetica dei prodotti, aggiornamento professionale 4.0. Gli investimenti previsti vogliono quindi dare continuità di supporto alle aziende consentendo a molte di esse, soprattutto PMI, di approcciarsi in modo più maturo al mondo data driven. In particolare, gli sgravi fiscali per la parte di Formazione 4.0 potrebbero avvantaggiare le piccole e medie imprese con programmi di crescita professionale consentendo loro di entrare, in modo concorrenziale, su nuovi mercati.

Ma vediamo queste agevolazioni in dettaglio suddividendole per categoria.

Nota: per i beni materiali e immateriali non 4.0 (software non presenti all’interno dell’Allegato B della Legge di Bilancio del 2017) verrà applicato un “décalage” di imposta pari al 10% nel 2021 e del 6% nel 2022. Si tratta quindi di una premialità per le aziende che investiranno in questo anno fiscale.


Beni strumentali materiali 4.0

Aliquote differenziate in base all’importo e all’anno in cui vengono effettuati gli investimenti:

  • Per spese fino a 2.5 milioni di euro: 50% nel 2021 e 40% nel 2022.
  • Con spesa superiore a 2.5 milioni di euro e fino a 10 milioni: 30% nel 2021 e 20% nel 2022.
  • Con spesa superiore a 10 milioni di euro e fino a 20 milioni: 10% nel 2021 e 2022.


Beni immateriali 4.0

Software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni:

  • Credito di imposta pari al 20% fino a 1 milione di euro e sono ammesse anche le soluzioni in cloud.
  • Investimento in lavoro agile, credito di imposta è pari al 15% ma sono in corso di definizione ulteriori emendamenti.


Ricerca e sviluppo

Requisiti di base: sono ammissibili tutte le attività che rispettino i requisiti del manuale di Frascati edizione 2015.

  • Aliquota innalzata al 20% per il biennio 2021-2022 con un massimale di 4 milioni di euro.


Innovazione Tecnologica e Digitale 4.0 e Transizione ecologica

Questo credito di imposta va a corollario di quelli che sono i lavori svolti a livello progettuale per transare l’azienda verso Impresa 4.0. L’azienda può acquistare beni strumentali 4.0 interconnessi e quindi rivolgersi a consulenti esterni per la digitalizzazione dell’impresa, studio dei processi, potenzialità dei beni strumentali 4.0, analisi, etc.

  • Aliquota: 15% per il biennio 2021-2022
  • Massimale: 2 milioni di euro


Design e Ideazione estetica

Si applica alle imprese dei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo, della ceramica:

  • Aliquota: 10% per il 2021-2022
  • Massimale: 2 milioni di euro


Formazione 4.0

Ambiti tecnologici: Big data e Analytics, Cloud e fog computing, Cyber Security, simulazione e sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione, AR e VR, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva (o stampa tridimensionale), Internet delle cose e delle macchine, integrazione digitale dei processi aziendali.

  • Aliquote: 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300mila euro per le piccole imprese; 40% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 250mila euro per le medie imprese; 30% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 250mila euro per le grandi imprese.
  • Spese ammissibili: personale dipendente docente, personale dipendente discente, costi di esercizio connessi alla formazione, servizi di consulenza.

Innovare vuol dire investire sul Dato

Il Piano Transizione 4.0 offre la possibilità alle aziende di investire sui tre pillar fondamentali: persone, processi, tecnologie. Gli investimenti possono portare a un incremento di competitività solo se indirizzati verso le tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0.

Macchinari innovativi e necessariamente interconnessi, piattaforme evolute come MES (Manufacturing Execution System), sensoristica IoT (Internet of Things) e PLC (Programmable Logic Controller) possono offrire enormi vantaggi duranti tutti i processi della supply chain.

Ma, cosa più importante, tecnologie e software dovranno integrarsi con i sistemi eventualmente già presenti in azienda, per esempio, le piattaforme ERP (Enterprise Resource Planning), rendendo così i dati aziendali finalmente tracciabili, trasparenti e sicuri. Solo una corretta gestione del Dato può accelerare il processo decisionale, migliorare le strategie di business e aprire all’impresa nuovi scenari di mercato.

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