Ma che lavoro fai? Professione Project Manager. Il percorso verso la certificazione

Quante volte ti hanno chiesto “Ma che lavoro fai?” E quante volte dopo la tua risposta ti hanno guardato in modo strano? “Project Manager… e quindi, di che cosa ti occupi?”

Ebbene, nonostante il mestiere di gestire e coordinare attività e progetti esista da sempre, è solo di recente che questo ruolo viene riconosciuto come un vero e proprio lavoro, tanto da introdurre dei percorsi di certificazione.

Il Project Management esiste fin dall’antichità, basti pensare alle grandi opere come le Piramidi, la Grande Muraglia Cinese e la costruzione di città e strade, ma è dagli inizi del ’900 che appare il primo metodo di rappresentazione della sequenza temporale, in uso ancora oggi: il diagramma di Gantt. Le prime applicazioni degne di nota furono grandi progetti in ambito militare e spaziale, come il progetto Manhattan e molti esperimenti spaziali della Nasa, tra cui la missione Apollo. Negli anni la disciplina del Project Management si sviluppa, per poi affermarsi in diversi settori industriali, fino all’avvento di Internet, negli Anni ’90, che ne accelera la diffusione e la contaminazione con tematiche come il Risk Management e la qualità aziendale; infine, il Project Management viene riconosciuto per la prima volta anche nel contesto nazionale tra le professioni non regolamentate (L. 4/2013) e in seguito con alcune norme internazionali UNI dedicate alla disciplina della gestione dei progetti UNI ISO 21502:2021 (in sostituzione a UNI ISO 21500:2012).

Ma chi è e cosa fa il Project Manager?

Il Project Manager è una figura dinamica sempre più richiesta nel mercato del lavoro, che si occupa della gestione, del coordinamento di attività e progetti all’interno di un’organizzazione ed è direttamente responsabile del loro andamento in termini di: tempi, costi, ambito e qualità.

Si occupa della valutazione, definizione, pianificazione e realizzazione dei progetti e determina quali sono i ruoli necessari per il raggiungimento degli obiettivi.

Il Project Manager dirige e collabora strettamente con il team di progetto e svolge, talvolta, il ruolo di integratore, in quanto, avendo una visione complessiva del piano di progetto, delle strategie aziendali e degli obiettivi, mette in comunicazione più parti, coordinandole e cercando di farle funzionare insieme, instaurando quindi un rapporto di collaborazione attiva tra i componenti della sua squadra.

Il Project Manager è responsabile:

  • della definizione degli obiettivi di progetto e delle modalità per il loro raggiungimento, valutandone i possibili rischi e l’impatto;
  • della redazione del piano di progetto (documento che formalizza le specifiche del progetto in termini di: ambito, costi, tempi e modalità d’esecuzione) e della condivisione di tale documento con il management aziendale;
  • della creazione del team di progetto e del coordinamento delle attività, definendo i ruoli e assegnando i task da svolgere ad ogni membro;
  • del monitoraggio dell’avanzamento delle fasi e delle attività progettuali, occupandosi della gestione dei rapporti con i vari stakeholder;
  • della valutazione e implementazione delle change request, della gestione del budget di progetto e della qualità.

Le competenze del Project Manager

Queste figure sono sempre più numerose e le opportunità lavorative sono destinate a crescere nei prossimi anni, in quanto il successo delle aziende dipende principalmente da persone capaci di organizzare in modo efficace il lavoro e le risorse, soprattutto in contesti in continua evoluzione e in organizzazioni complesse.

Avere delle competenze trasversali è la chiave per poter svolgere al meglio il ruolo di Project Manager; ne deriva, quindi, l’importanza di possedere delle hard skills (competenze tecniche, come ad esempio: risk management, cost management, resource management, quality management, ecc.), ma anche di sviluppare e affinare le proprie soft skills. In particolare, queste ultime fanno riferimento a capacità relazionali e comportamentali: possono essere delle abilità innate, ma anche abilità apprese attraverso l’esperienza e la formazione e sono fondamentali perché permettono di comprendere e relazionarsi con qualsiasi persona.

Siamo in continua evoluzione e non smettiamo mai di imparare. Proprio per questo, Horsa organizza corsi sia per gli aspetti più tecnici sia per quelli legati alle soft skills. Clicca qui e scopri i nostri corsi.

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Ecco le principali soft skills:

  • Assertività ed empatia: l’assertività consente alle persone di far valere i propri punti di vista ed esprimere le proprie necessità, ma sempre nel rispetto degli altri. Permette di instaurare legami positivi basati sull’empatia, altra capacità essenziale che consiste nel riuscire a mettersi nei panni di chi si ha di fronte, comprendendone emozioni, mettendo in atto l’ascolto attivo e un atteggiamento non giudicante. Questi elementi fanno sì che il Project Manager instauri dei legami costruttivi e rispettosi con i membri del team e con tutti gli altri stakeholder, basati sulla fiducia e sullo sviluppo.
  • Problem solving: è l’abilità di individuare le soluzioni ai problemi, partendo da un approccio sì tecnico ma anche creativo, stimolando la persona a uscire dalla propria zona di comfort. Il lavoro del Project Manager è dinamico e alle volte può essere complesso. Spesso, di fronte alle difficoltà c’è la tendenza a rimandare e rimandare, ecco perché il problem solving aiuta a sbloccare velocemente le situazioni complesse e in modo efficace, evitando ritardi nella pianificazione e i colli di bottiglia.
  • Leadership: questo termine, nell’ambito del Project Management, fa riferimento all’abilità di saper guidare le persone verso il raggiungimento di un obiettivo comune, attribuendo responsabilità e quindi delegando lo svolgimento delle attività, comunicando e dirigendo in modo rispettoso e motivante, promuovendo una visione d’insieme e valutando in modo costruttivo le prestazioni del team.
  • Gestione del tempo: è la capacità di saper organizzare e pianificare le attività nel rispetto delle scadenze, ottimizzando, così, la produttività, l’efficienza e, perché no, la work-life balance. Un’efficace pianificazione dei tempi permette una gestione delle risorse migliori e di conseguenza minori sprechi in fase di avanzamento del progetto.
  • Gestione dei conflitti: all’interno dei team, a volte, possono emergere delle tensioni o delle incomprensioni. La consapevolezza dell’unicità e della diversità delle persone può essere d’aiuto nel comprendere punti di vista differenti e per poter organizzare al meglio un team di lavoro eterogeneo, orientandolo verso un obiettivo comune.
  • Comunicazione e ascolto attivo: ciò significa comunicare in modo trasparente decisioni e informazioni, creando un clima costruttivo e delle relazioni basate sulla condivisione e sulla fiducia. Ascoltare le idee e le opinioni dei propri collaboratori fornendo dei feedback.

Perché è importante la formazione/certificazione?

A differenza di molte altre professioni quella del Project Manager non prevede un percorso standard, tuttavia, sono presenti numerosi corsi di formazione che forniscono le conoscenze essenziali sulle teorie di gestione di progetto e metodologie di pianificazione innovative. Insieme a ciò, l’esperienza sul campo rappresenta una parte fondamentale per la formazione di un Project Manager.

È molto importante aggiornarsi e accrescere le proprie competenze attraverso la partecipazione a webinar ed eventi dedicati allo sviluppo delle hard e soft skills; infatti, grazie a questi corsi è possibile sviluppare le proprie abilità di pianificazione e gestione progetto entro i confini del proprio ambito di appartenenza, confrontandosi con professionisti del settore per apprendere le best practice per svolgere al meglio il ruolo del Project Manager.

Oltre alla formazione teorica e pratica è ugualmente di primaria importanza ottenere le certificazioni specifiche del Project Management, in quanto essere in possesso di un attestato di certificazione può avere dei vantaggi sia per le organizzazioni che per gli stessi Project Manager.

Se, da un lato, avere un riconoscimento ufficiale garantisce una maggiore competenza e credibilità nel rapporto con i clienti, dall’altro, ne accresce lo status tra i pari e verrà riconosciuto a livello internazionale, garantendo maggiori opportunità di sviluppo professionale e di lavoro in nuovi mercati.

Le certificazioni sono numerose ed eterogenee, dal modello Waterfall alle metodologie Agile, focalizzate su metodologie differenti ma integrabili tra loro. La scelta della certificazione non si basa soltanto sulle competenze che si vogliono sviluppare, ma anche dai requisiti richiesti dagli stakeholder del settore in cui si opera per concorrere alle gare di appalto.

In conclusione

Horsa Plan è una divisione di Horsa che si occupa principalmente di Project & Portfolio Management, offrendo servizi di formazione all’avanguardia in preparazione alle certificazioni; inoltre, Horsa Plan è partner di alcuni dei vendor internazionali con cui collabora da anni, promuovendo software innovativi per la gestione di attività e progetti e l’organizzazione del lavoro.

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