Intervista al presidente Cesare Collinelli. Il bridge, la matematica e la visione di Horsa

Visionario, pragmatico e profondamente appassionato del proprio lavoro: Cesare Collinelli non è solo il presidente di Horsa, ma il cuore pulsante di un’azienda che ha vissuto una crescita straordinaria negli ultimi anni. In questa intervista, ci racconta la sua visione per il futuro, l’importanza delle persone e delle competenze, e il valore di saper affrontare un mondo in continuo cambiamento con determinazione e flessibilità.

Horsa è cresciuta molto negli ultimi anni. Qual è la sua visione per il futuro dell’azienda e quali sono le principali sfide che dovrà affrontare?
Il futuro è imprevedibile e l’unico modo per affrontarlo è essere flessibili. Il nostro mercato premia chi ha dimensioni e competenze, quindi la nostra missione è chiara: crescere e migliorarci costantemente. Lo faremo attraverso acquisizioni e sviluppo interno, adattandoci alle condizioni che troveremo. Se il mercato rallenta, cerchiamo nuovi modi per spingere avanti; se c’è una crisi, la affrontiamo; se c’è un’opportunità di crescita, la cogliamo. La nostra determinazione è sempre la stessa: migliorare, attrarre talenti e rendere Horsa un punto di riferimento per i clienti.

Qual è la situazione attuale del mercato?
Il mercato in generale sta rallentando, ma noi continuiamo a crescere: a gennaio il nostro fatturato è aumentato del 19%. La chiave è intercettare i clienti che investono. Oggi la trasformazione digitale non è più una scelta, ma una necessità. Le aziende italiane hanno ancora un grande margine di crescita in questo settore, e noi vogliamo aiutarle in questa transizione, anche perché la carenza di personale spinge sempre più verso l’automazione.

Quali sono i valori fondamentali su cui si basa Horsa?
Le aziende non sono fatte di prodotti o servizi, ma di persone. In Horsa nessuno alza la voce, nessuno si impone con prepotenza: c’è rispetto e un ambiente di lavoro sereno. Un tempo si diceva che il cliente veniva prima; oggi il nostro valore più grande sono i dipendenti, perché senza di loro non ci sarebbero clienti soddisfatti. Creiamo un ambiente dove le persone vogliono restare e il nostro turnover è molto basso. Abbiamo anche introdotto figure come psicologi aziendali per garantire il benessere di chi lavora con noi.

In passato ha detto che Horsa è governata da una formula matematica. Di cosa si tratta?
La crescita di Horsa non è stata casuale. Nel 2011 eravamo in 40, oggi siamo in 2000. Per arrivare fin qui senza crisi, abbiamo dovuto stabilire regole precise. La nostra formula si basa sul rapporto tra indebitamento e marginalità: non possiamo indebitarci oltre un certo limite. Più un’azienda ha margine, più può investire. Io ho studiato fisica, quindi per formazione tendo a fidarmi delle formule matematiche: la sostenibilità della crescita per me è sempre stata una questione di equilibrio.

Che peso hanno nelle sue decisioni l’intuito e i numeri?
L’intuito accende la scintilla di un’idea, i numeri ne misurano la validità. Nel 2009-2010 ho avuto l’intuizione di crescere attraverso acquisizioni, una strategia che oggi è comune, ma che allora pochi adottavano. I numeri inizialmente non erano incoraggianti, sembrava che stessimo precipitando, ma sapevo che era la strada giusta. Dopo 5-6 anni, i risultati hanno confermato la mia intuizione.

Qual è stata la decisione strategica più importante alla guida di Horsa?
Prendere il massimo rischio possibile per crescere. Quando eravamo solo in 40, sapevo che se non avessimo accelerato, non avremmo avuto futuro. Ho scelto di investire, acquisire aziende e farle crescere. Oggi siamo una realtà consolidata proprio grazie a quelle scelte coraggiose.

Quanto spazio di autonomia hanno le singole unità e come si concilia questa autonomia con la visione globale dell’azienda?
Horsa non è un monolite. Ogni società ha autonomia sul business, ma segue linee guida comuni su amministrazione, marketing e compliance. Monitoriamo i risultati con verifiche trimestrali, ma lasciamo che ogni realtà conservi la propria identità. Mi piace pensare che chi entra in Horsa continui a portare la propria maglia, ma condivida anche i nostri valori e il nostro metodo. Le aziende assomigliano a chi le ha fondate, e quando entriamo in sintonia con chi vende la propria azienda, di solito entriamo in sintonia anche con le persone che la compongono.

Quali tecnologie emergenti avranno un maggiore impatto nei prossimi anni?
Stiamo investendo molto sull’intelligenza artificiale. Oltre a distribuire software internazionali come quelli di Oracle, SAP, Microsoft, ecc… sviluppiamo soluzioni interne nell’Industria 5.0 e nell’IoT. L’AI è ancora in fase di assestamento, ma il suo impatto sarà enorme. Noi ci stiamo preparando per integrarla ovunque possa portare valore aggiunto.

Cosa fa Horsa per attrarre e trattenere i migliori talenti?
Il segreto per trattenere un talento è lo stesso di un buon matrimonio: se una persona è felice, resta. Se non lo è, se ne va. Oggi le persone scelgono con cura dove lavorare, quindi dobbiamo offrire un ambiente positivo, motivante e accogliente. Investiamo molto nella formazione, abbiamo un team di recruiting dedicato e apriamo sedi in tutta Italia per offrire opportunità concrete anche a chi vive lontano dai grandi centri.

Qual è il valore dell’etica aziendale in Horsa?
Essere un’azienda etica non è un optional. Abbiamo sempre supportato i nostri dipendenti nei momenti difficili. Anche chi si è ammalato gravemente ha continuato a ricevere lo stipendio fino all’ultimo giorno. Perché per noi le persone contano davvero.

È un grande appassionato di bridge. Cosa le ha insegnato questo gioco?
Il bridge è stato un grande maestro di vita e mi ha insegnato lezioni che applico ogni giorno nel lavoro. Ho imparato che non vince chi non sbaglia mai, ma chi sbaglia di meno. Gli errori fanno parte del gioco, ma è fondamentale superarli senza perdere la concentrazione. Ho capito anche che bisogna giocare con le carte che si hanno: non sempre la situazione è perfetta, ma si può sempre trovare una strategia vincente. E infine, il rispetto per il compagno di squadra è essenziale: in azienda, come nel bridge, un team affiatato ha molte più possibilità di successo. Questo spirito è ciò che porto ogni giorno in Horsa.

Tag