Maturità e strategia nell’uso del dato: perché è importante

Un corretto uso del dato può essere oggi il vero fattore differenziante nella strategia di crescita delle aziende e, se non per tutte, è imprescindibile per quelle che intendono ottenere benefici dal proprio patrimonio informativo. Limitarsi ad una sterile accumulazione di dati non genererà automaticamente del valore. Lo stoccaggio del dato deve sempre essere preceduto da una formulazione precisa delle ragioni che ci spingono a conservarlo e da strategie efficaci di data management.

Non si può ottenere dai dati un reale valore competitivo se il loro uso non viene allineato alla strategia del business, se gli insight e le informazioni estratte non vengono messe al servizio dei processi decisionali, se le persone in azienda non hanno a disposizione dati affidabili e mancano le competenze per analizzarli nel modo corretto, se, infine, non sono stati identificati con precisione i benefici ottenibili da un uso migliore del dato.

Ai manager viene richiesto di prendere decisioni in tempi sempre più brevi, decisioni che a loro volta risultano essere determinanti per l’andamento dell’azienda. I dati possono contribuire in modo positivo nei processi decisionali, permettendo alle imprese di prendere decisioni migliori, più consapevoli e più veloci. Anche per questo è necessario saper gestire i dati esattamente come un qualsiasi altro asset dell’impresa. Si tratta spesso di un patrimonio praticamente infinito, che può, anzi deve, essere arricchito e analizzato di continuo per esprimere il suo massimo valore. È allo stesso tempo opportuno che questo valore sia accuratamente calcolato e che sia reso esplicito il suo contributo  al raggiungimento degli obiettivi aziendali. In questo modo sarà più facile, a qualsiasi livello, riconoscere il valore apportato dai dati, dare forza al commitment del management per un uso più pervasivo delle analytics, migliorare la data literacy in azienda e sviluppare all’interno dell’organizzazione una cultura del dato, una filosofia e un linguaggio condivise e legate ad esso.


Uso del dato: strategie di successo

Per pianificare una corretta strategia dell’uso del dato occorre impegnarsi in un percorso di miglioramento progressivo che prevede per prima cosa una valutazione del grado di maturità dell’azienda in questo ambito. Per farlo può essere utile porsi una serie di domande, che indaghino i diversi assi che riguardano la gestione del dato (come, ad esempio, il data management, la data governance, la data literacy, l’uso del machine learning e dell’intelligenza artificiale), così da affrontare in modo corretto il processo di evoluzione, verso un modello di azienda in grado di governare il dato. Questo assessment iniziale può essere particolarmente valido per stimare la distanza tra la propria situazione di partenza e quella desiderata, per individuare i propri punti di forza e di debolezza, per comprendere a quali iniziative dare maggiore priorità.

Proviamo a ipotizzare alcune domande, dividendole in due gruppi: qualitativo e finanziario, per offrire una prima base di discussione e confronto all’interno dei team incaricati di progettare il cambiamento. Inoltre, capire che il dato non è solo una fonte di informazione interna ma ha altresì un valore economico, accelera il processo strategico verso un data journey consapevole.

Ecco tre domande per lavorare sulla qualità, sull’origine e sulla funzione del dato:

 

  • Si conosce la natura e l’origine dei dati? Definire natura, contesto e origine dei dati permette di migliorarne la mappatura e rende possibile definirne il valore intrinseco.
  • In che modo i dati possono supportare il decision making? Trasformare gli insight in strategie per il business è il punto cruciale di tutto il percorso data driven. Le nuove tecnologie di intelligenza artificiale aiutano sia ad accumulare conoscenza – e quindi a costruire modelli – sia ad automatizzare i processi decisionali, ma sempre intesi a supporto e non in sostituzione dell’elemento umano, in un approccio “human plus machine”.
  • I dati come influenzeranno le prestazioni dei driver di business? La creazione di modelli facilita lo sviluppo e l’approssimazione di realtà difficilmente replicabili senza l’ausilio di grandi quantità di dati e aumenta quindi la nostra comprensione di esse. In questo modo è possibile ipotizzare nuovi e più realistici scenari, calcolando il contributo che ogni driver può portare sia in termini di conoscenza, sia in termini economici, al business dell’azienda.

 

Seguono poi tre domande per definire il valore finanziario del dato:

 

  • L’eventuale compromissione o perdita di questi dati causerebbe un reale danno economico? La valutazione del dato come asset è indispensabile per farlo diventare parte funzionale e strategica della crescita dell’impresa. La sua salvaguardia e protezione è quindi un fattore imprescindibile, al pari di brevetti, copyright e macchinari.
  • I dati raccolti possono essere moneta di scambio per ottenere altre informazioni o stabilire un network di collaborazioni, ridurre i costi, generare nuove revenue? Il dato può essere scambiato o “barattato”, sia nella sua forma grezza sia in quella già raffinata, magari con altre aziende che fanno delle informazioni il loro core business.
  • Il dato raccolto può contribuire in modo continuativo al profitto dell’azienda? Per farlo deve essere definita una strategia del dato, definito il mercato di riferimento, come sempre in un’ottica di flessibilità e adattamento alle nuove richieste.

 

Data Governance per un uso maturo del dato

Infine, un parametro importante di valutazione del grado di maturità dell’azienda nella gestione del dato è l’analisi della Data Governance, che deve esprimere i parametri di sicurezza e controllo che sovraintendono a Data Privacy e Data Protection. Secondo un’analisi1 condotta dagli analisti di Forrester, solo 4 C-Level su 10 nutrono piena fiducia nei dati a loro disposizione. Impostare quindi una corretta compliance normativa e uno scrupoloso accesso ai dati consente di migliorare la fiducia negli stessi, elevando l’efficienza e la qualità delle decisioni prese grazie ad essi.

In conclusione: trasformare la massa di dati grezzi in materiale realmente utilizzabile è la sfida che ogni azienda deve affrontare se vuole valorizzare il dato come asset e se vuole imparare a prendere decisioni più consapevoli anche nei momenti di crisi o di forte cambiamento.

1 Fonte: KPMG

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